Ontologie
 
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Saxl / Warburg - Wittgenstein - Freud : mappe nella percezione sensibile.

 

 


Frammento e 'continuum' la coesistenza di opposti costringe a volte a non poter più considerare la tradizione come una eredità solida, piuttosto un patrimonio in progressivo incremento.

Una antinomia simile per certi aspetti, rivolta ad un passato recente (Austria a partire dai primi decenni del 900) può provocare nuove risposte, " rendendo riconoscibili nuovi punti nodali che fino ad ora non sono stati considerati e che ci evidenziano la vitalità dell'arte passata ed il significato dell'esperienza storica" (C. Bertsch, 2006).

In uno di questo confronti con l'esistente sembra riemergere prepotentemente l'Atlante Mnemosine - considerato dai suoi autori ' il risultato di una kollegiale Hilfbereitsschaft, di una disponibilità collettiva della respublica literarum del tempo'.
Un approccio agli oggetti della ricerca (iconografica) non più basato sulla continuità, piuttosto ogni dettaglio viene considerando come un frammento di un intero...collegato da relazioni e da connessioni.
L' osservatore così diventa un etnologo della propria cultura che resta a distanza per comprendere le cose nel loro intimo significato.

Così Gombrich:
Al ritorno di Warburg (1924) dopo una lunga assenza... Saxl fece trovare in una sala della sua casa ' Un allestimento di riproduzioni fotografiche delle opere d'arte che figuravano nelle sue ricerche...
(nella giustificata attesa dell'effetto che questa visione panoramica avrebbe avuto su uno studioso il cui unico desiderio era di riprendere i fili del suo lavoro )
Ampie e leggere cornici di legno, sulle quali erano tese delle tele nere, servivano da fondo per le fotografie appese con semplici fermagli. Warburg si mostrò subito d'accordo e usò questo sistema per riunire insieme tutti i motivi che lo interessavano (Gombrich,1970)

Lo schema dunque, qualsiasi schema, funziona se è adottato nella piena consapevolezza della sua arbitrarietà e insufficienza: lo schema è funzionale a evidenziare, mediante la rappresentazione semplificata, le dinamiche di intreccio, gli spostamenti di orizzonte, a visualizzare il movimento delle correnti di trasmissione materiale e di tradizione del significato. Questo meccanismo viene messo in atto attraverso la proposta – evidente nella figura geografica (la mappa) e in quella genealogica (l'albero Tornabuoni) – di dire il mondo (un mondo) mediante una concatenazione di nomi.


Così in Ludwig Wittgenstein:
La proposizione elementare consta di nomi. Essa è una connessione, una concatenazione di nomi. (Tractatus logico-philosophicus 4.22)

19. Immaginare (vorstellen) un linguaggio. Porre di fronte a sé un linguaggio; rappresentarsi un linguaggio. Und eine Sprache vorstellen heißt, sich eine Lebensform vorstellen. Significa rappresentarsi una forma di vita. Porre di fronte a sé una forma di vita; come rappresentarsi, presentarsi innanzi.

89. La logica è sublime nel senso che non si interessa dei particolari di ciò che effettivamente accade, di come vanno le cose. Essa si sforza di comprendere il fondamento o l’essenza di tutto ciò che è empirico, di ciò che è dell’esperienza, ma non si occupa dell’esperienza in quanto tale. Essa indaga l’essenza di tutte le cose (Wesen aller Dinge).

90. Una metafora: si tratta di guardare attraverso i fenomeni (durchschauen), partendo da essi, ma non fermandosi a essi; si tratta di attraversarli con lo sguardo per rivolgere questo alla possibilità dei fenomeni. Guardare la possibilità dei fenomeni. Per far ciò non bastano gli occhi: la possibilità non si guarda come una cosa, ma la si guarda con lo sguardo di chi vede ciò che vede e insieme vede ciò che lo rende possibile: lo sguardo che vede “che” il fenomeno è, e che il fenomeno è in quanto lo sguardo lo guarda. Uno sguardo nuovo: lo stesso sguardo.
(V. Distaso)


L’inconscient est-il structuré comme un langage judiciaire ? (Gabriel Balbo)

"Ai molti inconsci sempre più o meno affiliati a una volontà oscura considerata come primordiale, a qualcosa prima della coscienza, Freud oppone la rivelazione che a livello dell'inconscio c'è qualcosa del tutto omologo a quanto avviene a livello del soggetto - qualcosa parla e funziona in modo altrettanto elaborato che a livello del conscio, il quale perde così ciò che sembrava essere il suo privilegio.

In una frase pronunciata, scritta, qualcosa viene a incespicare. Freud è calamitato da questi fenomeni ed è lì che va cercare l'inconscio. Lì qualcosa d'altro domanda di realizzarsi - qualcosa che appare, certo, come intenzionale, ma con una strana temporalità.

Dunque la forma essenziale in cui ci appare inizialmente l'inconscio come fenomeno è la discontinuità - discontinuità in cui qualcosa si manifesta come vacillamento.
Ora, se tale discontinuità ha un carattere assoluto e inaugurale...dobbiamo porla...sullo sfondo di una totalità ? Forse che l'uno è anteriore alla discontinuità ?
Dov'è il fondo ? E' l'assenza ? No. La rottura...il tratto dell'apertura fa sorgere l'assenza...

Se tenete salda...questa struttura iniziale...vedrete che, più radicalmente, è nella dimensione di una sincronia che bisogna situare l'inconscio - a livello di un essere, ma in quanto essere può vertere su tutto, vale a dire a livello del soggetto dell'enunciazione, in quanto, a seconda delle frasi o dei modi, esso si perde nella misura stessa in cui si ritrova e in cui, in una interiezione, in un imperativo, in una invocazione o in un mancamento, è sempre lui a porre il suo enigma e a parlare - in breve, a livello in cui tutto ciò che si schiude nell'inconscio si diffonde, come il micelio, secondo l'espressione di Freud a proposito del sogno, intorno ad un punto centrale. E' sempre del soggetto in quanto indeterminato che si parla.
Il che è meno paradossale di quanto sembri..." ( Lacan, 1/3 1964)


 
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