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Una antinomia simile per certi aspetti, rivolta ad un passato recente
(Austria a partire dai primi decenni del 900) può provocare
nuove risposte, " rendendo riconoscibili nuovi punti nodali che
fino ad ora non sono stati considerati e che ci evidenziano la vitalità dell'arte
passata ed il significato dell'esperienza storica" (C. Bertsch,
2006). Lo schema dunque, qualsiasi schema, funziona se è adottato nella
piena consapevolezza della sua arbitrarietà e insufficienza: lo
schema è funzionale a evidenziare, mediante la rappresentazione
semplificata, le dinamiche di intreccio, gli spostamenti di orizzonte,
a visualizzare il movimento delle correnti di trasmissione materiale
e di tradizione del significato. Questo meccanismo viene messo in atto
attraverso la proposta – evidente nella figura geografica (la mappa)
e in quella genealogica (l'albero Tornabuoni) – di dire il mondo
(un mondo) mediante una concatenazione di nomi. 19. Immaginare (vorstellen) un linguaggio. Porre di fronte a sé un linguaggio; rappresentarsi un linguaggio. Und eine Sprache vorstellen heißt, sich eine Lebensform vorstellen. Significa rappresentarsi una forma di vita. Porre di fronte a sé una forma di vita; come rappresentarsi, presentarsi innanzi. 89. La logica è sublime nel senso che non si interessa dei particolari di ciò che effettivamente accade, di come vanno le cose. Essa si sforza di comprendere il fondamento o l’essenza di tutto ciò che è empirico, di ciò che è dell’esperienza, ma non si occupa dell’esperienza in quanto tale. Essa indaga l’essenza di tutte le cose (Wesen aller Dinge). 90. Una metafora: si tratta di guardare attraverso i fenomeni (durchschauen),
partendo da essi, ma non fermandosi a essi; si tratta di attraversarli
con lo sguardo per rivolgere questo alla possibilità dei fenomeni.
Guardare la possibilità dei fenomeni. Per far ciò non bastano
gli occhi: la possibilità non si guarda come una cosa, ma la si
guarda con lo sguardo di chi vede ciò che vede e insieme vede
ciò che lo rende possibile: lo sguardo che vede “che” il
fenomeno è, e che il fenomeno è in quanto lo sguardo lo
guarda. Uno sguardo nuovo: lo stesso sguardo. "Ai molti inconsci sempre più o meno affiliati a una volontà oscura considerata come primordiale, a qualcosa prima della coscienza, Freud oppone la rivelazione che a livello dell'inconscio c'è qualcosa del tutto omologo a quanto avviene a livello del soggetto - qualcosa parla e funziona in modo altrettanto elaborato che a livello del conscio, il quale perde così ciò che sembrava essere il suo privilegio. In una frase pronunciata, scritta, qualcosa viene a incespicare. Freud è calamitato da questi fenomeni ed è lì che va cercare l'inconscio. Lì qualcosa d'altro domanda di realizzarsi - qualcosa che appare, certo, come intenzionale, ma con una strana temporalità. Dunque la forma essenziale in cui ci appare inizialmente l'inconscio
come fenomeno è la discontinuità - discontinuità in
cui qualcosa si manifesta come vacillamento. Se tenete salda...questa struttura iniziale...vedrete che, più radicalmente, è nella
dimensione di una sincronia che bisogna situare l'inconscio - a livello
di un essere, ma in quanto essere può vertere su tutto, vale a
dire a livello del soggetto dell'enunciazione, in quanto, a seconda delle
frasi o dei modi, esso si perde nella misura stessa in cui si ritrova
e in cui, in una interiezione, in un imperativo, in una invocazione o
in un mancamento, è sempre lui a porre il suo enigma e a parlare
- in breve, a livello in cui tutto ciò che si schiude nell'inconscio
si diffonde, come il micelio, secondo l'espressione di Freud a proposito
del sogno, intorno ad un punto centrale. E' sempre del soggetto in quanto
indeterminato che si parla. |
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