. Embodied Soundscapes . Applicazioni in tempo reale
per danzatori - You made me a monster -
Andreas Breitscheid e William Forsythe
Coreografie di figure e partitura vocale

 



Andreas Breitscheid : Parlerò di una collaborazione che il nostro istituto il Forum Neues Musiktheater di Stoccarda ha avuto con William Forsythe.
In realtà noi ci conosciamo da 23 anni
La prima produzione che ho realizzato con lui risale al 1983 con un pezzo che si chiamava - Genner - Cammini in Italiano, dove potevamo disporre del palco dell'opera di Francoforte attrezzato con una quarantina di microfoni per amplificare rumori di voci e movimenti dei danzatori. Una pièce di tre ore che ha richiesto nove mesi di prova.
E' riuscita abbastanza bene, ha suscitato un grande scandalo e nella storia del balletto è un testo ormai mitico. Oggi comunque parlerò di due progetti recenti che utilizzano gli strumenti tecnologici di cui vi parlerò oggi.

La collaborazione con questi mezzi che noi abbiamo programmato per Forsythe è cominciata l'anno scorso con una produzione che si chiama - Three Atmospheric Studies - che in Italia spero sarà visibile.... primo o poi.
Il pezzo di cui parlerò si chiama - You made me a monster - ed è, direi, il brano piu personale che conosco di Fortsythe.

Vi racconto la storia di questa pezzo dicendo subito che esiste un problema - Fortsythe, ma non è l'unico, rifiuta assolutamente una ripresa video di questo pezzo, sia perchè una ripresa video non può rispecchiare la performance, sia perchè non può rispecchiare la violenza che la sonorità ha, anche per il pubblico in sala.
Un analogo atteggiamento con il testo che non viene dato nemmeno per i programmi.
Il testo addirittura viene dato quando la ballerina entra nella performance.
Non è un testo di commento, ma leggere del testo fa parte dell'essere nello spettacolo.
Il pezzo è nato da questa idea. La seconda moglie di Forsythe è morta alcuni anni fa per cancro - Lei è morta in febbraio - Il Natale prima un buon amico di lei gli ha regalato un pacchetto... e mentre apriva il pacchetto ha trovato un kit da costruzione, in carta, di uno scheletro..

Ovviamente la famiglia era piuttosto imbarazzata. Infatti due mesi dopo la signora Forsythe è morta. Un anno dopo Forsythe ha ritrovato questo Kit di cartone -e si messo a ricomporre uno scheletro - però senza leggere le istruzioni -e senza profonde conoscenze di anatomia. Quello che risultava erano dei mostri stranissimi - Ma notava che il fascino che lui provava nel mettere insieme questi elementi era il suo modo di elaborare il lutto.
Alcuni anni dopo si è deciso a usare questo materiale per una specie di installazione.
Questa installazione consiste in una serie di azioni:
una performer entra in sala - una sala abbastanza buia - in questa sala ci sono una ventina di tavoli -e su questi tavoli ci sono delle costruzioni di carta armate con delle stecche di metallo.
Lei rimane una ventina di minuti a mettere insieme questi scheletri, con il pubblico presente.

Ci sono tre ballerini che la aiutano con questi pezzi di carta, sul tavolo, dove si vedono proiettate le ombre di questi scheletri che loro dipingono, dei contorni effettivamente che poi diventano una specie di partitura vocale.
Ad un certo momento uno dei ballerini comincia a ballare. Ne arriva un secondo, arriva poi una terza ballerina -e c'è un certo momento in cui tutto questo diventa una situazione frontale - mentre c'è un testo che scorre lentissimo, proiettato contro il muro durante tutta la performance che racconta la storia. Così lei è continuamente impegnata tra fare questi mostri - guardare e ascoltare i ballerini e vedere la proiezione alla parete.

Importante dire che non c'è registrazione e, tutto quello che avviene acusticamente è realizzato dai ballerini e dalla modulazione elettronica fatta dal vivo.

Parlerò dunque dei mezzi che sono stati utilizzati e come si lavora in scena. E parlerò del modo e dell' uso che lui fa dei sensori che è diverso da altri colleghi che ne fanno uso.
In un altra circostanza ho fatto pezzi senza musica, con i respiri dei ballerini perchè Forsythe sostiene che la danza è una arte autonoma e che non debba interpretare altra arte.
E quando Forsythe è venuto a Stoccarda per ascoltare un mio brano dove ho lavorato con una particolare tecnologia - con una cantante che accompagnava se stessa con un modulo che si chiama Fof (Fonction d'informatique) un abuso di una vecchia tecnologia Ircam per avere un accompagnamento di percussioni di metallo per una voce che canta.
Il brano per un mezzo soprano era eseguito da una cantante che con qualsiasi attacco della glottide faceva partire una analisi della propria voce - io vi ho applicato una sintesi, dei formanti - e vi ho applicato un sustain,
in modo che saltassero fuori delle specie di suoni metallici piatti...
Tutto naturalmente è fatto interamente dal vivo, non c'è registrazione. Ed è la voce che crea il proprio accompagnamento.

Quando lui ha ascoltato questo, mi ha domandato se esisteva la possibilità di costruire strumenti dove i ballerini con la loro voce potessero produrre la loro musica e dove i ballerini, in senso acustico diventano il loro stesso strumento.




   
 


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