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    . Soluzioni sonore per musica .
Una libreria in Maxmsp - una relase
a cui attingere per patches complesse
Il Forum Neues Musiktheater di Stoccarda
 


Andreas Breitscheid : Questo coincideva con un momento in cui Manuel Poletti ed io stavamo compilato in Maxmsp una libreria, perchè non volevamo ad ogni pezzo, ad ogni patch rifare tutto.
Così di ogni effetto e ad ogni trattamento che sviluppiamo ne facciamo un modello - ci mettiamo una sintassi compatibile - e poi lo usiamo quasi come un plag-in, solo che è molto più agile di un plag-in.
Quello che è venuto fuori è una biblioteca con piu di 60 moduli che riguardano sia la possibilità di catturare dal vivo
i suoni, sia la possibilità di suonarli - in tutte e due i modi, come example dalla ram che da direct disk.
Ci sono diversi tipi di analisi e di sintesi.

Chi già usa Maxmsp conosce una parte di queste procedure: diversi tipi di sintesi granulare e diversi effetti, con un esempio classico di delay.
La libreria consiste di due parti - una in Maxmsp - e per realizzare una patch complessa si possono prendere elementi esterni al software. Un'altra invece è costituita da B-patcher
che prendono il nome del modulo - o di 'interfaces' o della voce - che mi garantisce di realizzare setting per qualunque cosa e così in qualsiasi momento posso prelevare e salvare.
Non trattandosi questo di un corso di musica elettronica non andrò nei dettagli di questa libreria. Per dire comunque che ci sono altri effetti, naturalmente physical modeling - ci sono degli effetti speciali particolari - alcuni effetti di nostra invenzione, ma soprattutto ci sono altri tipi di spazializzazione e ri-rengering completi, che un coreografo può utilizzare attraverso una patch.
Tutti questi elementi sono come strumenti.
Ciò che abbiamo approntato io e Forsythe è una specie di strumento con tastiera che lui prova con i ballerini... loro veramente imparano a suonare questi effetti, anche le voci...
Al riguardo pensavo di fare un workshop con i ballerini in modo che potessero 'stare più sulla voce..' Invece Forsythe lo ha rifiutato dicendo che il suo problema non è la virtuosità vocale dei ballerini ma il modo in cui loro articolano che deve essere assolutamente in relazione alla posizione del corpo o al modo di respirare.
Allora la musica o i suoni sono in funzione del movimento, alla enfasi o al movimento del corpo. Non sono diciamo un virtuosismo o una partitura vocale indipendente.

L'uso di una biblioteca offre sicuramente un grandissimo vantaggio perchè se ci sono delle richieste... se Forsythe mi manda una email e mi chiede: - voglio questo e questo .... una patch del genere è realizzabile in poche ore.
Più o meno tutto è già pronto, c'è solo da inserire gli elementi della libreria e da definire la matrice, e attraverso i menù o a mano...

Quello che abbiamo approntato io e Forsythe è uno strumento che è agibile da parte dei suoi fonici. Vuol dire che non ha bisogno di me o di uno dei miei colleghi per l'esecuzione.
Ma se c'è qualcosa che non va e se c'è un riassetto da fare, tuttalpiù facciamo un salto di un giorno. Per il resto i pezzi marciano senza che noi dobbiamo seguire lo spettacolo. Le situazioni sono predefinite - i fonici sono pratici della sintesi che è una sintesi variabile, sia per messenger che per interfaccia - controller, per sensori - così che si puo usarla in diversi modi.
Uno strumento del genere rende possibile che i ballerini diventino musicisti di se stessi.

Pubblico - Vorrei saper della ripresa microfonica e come viene diffuso questo suono.

A. Breitscheid - La ripresa microfonica sono form hits da diffusione, e dipendende dal pezzo... tra sei e dieci canali.

Pubblico - E tutto fuori dalla scena?

A. Breitscheid - E' tutto fuori dalla scena - o nel caso di - You made me a monster - è tutto dentro.
Ma diciamo che è una questione di spazialità, per determinare certi effetti.
Ma lavorando con una persona aperta ed intelligente ed esperta di tecnologie come è Forsythe, si tratta per lo più di esperienza empirica.

Pubblico - Che sensori vengono utilizzati...

A. Breitscheid - Forsythe rifiuta di usare dei sensori perchè l'impiego di sensori allacciati ai ballerini ha un tale peso narrativo... perché se ti devi riferire continuamente alla esposizione tecnologica lo puoi fare per certi pezzi - ma lui, per i suoi spettacoli fino ad adesso non ne è stato interessato.

Al contrario di quando deve fare delle installazione fisse.
Li sì, organizza degli spazi che reagiscono con i sensori. Ma mai su ballerini.
Questo corrisponde ad una esperienza di un mio brano per il teatro dove avevo come contrabbassista Stefano Scodanibbio, un bravissimo contrabbassista molto conosciuto in Italia.
Infatti eravamo in Germania ed avevamo fatto delle prove con i sensori applicati all'arco del contrabbasso - ma ad un certo punto dopo un ora di tentativi ho buttato tutto. Il fatto è che se hai un solista di una tale virtuosità come Stefano che ha speso trenta anni della sua vita a imparare il suo controller - e poi ha speso 3000euro per un arco che gli permette di eseguire queste azioni di differenziazione incredibile, è un disprezzo mettere un sensore di 50 grammi ad un arco del genere.
Allora ho trovato un' altra soluzione, ho analizzato gli armonici della produzione sonora e ho fatto altri tipi di analisi... Certo, ci vuole un certo rispetto nei confronto degli artisti con cui si lavora, non bisogna attaccare i sensori a tutti.

Pubblico - Che tipo di relazione si organizza tra il movimento ed il suono.
Viene fatto attraverso radiomicrofoni?

A. Breitscheid - Si sono radiomicrofoni che passano il suono da un algoritmo che abbiamo di recente affinato.
Ma ovviamente tutte le cose sono fatte dal vivo. E questo è percepibile.

Pubblico - Come siete arrivati alle applicazioni per la voce?

A. Breitscheid - Dalla libreria che è una collezione di effetti per il trattamento dal vivo. Si possono usare per uno strumento, una voce, un microfono o qualunque cosa si è interessati a modulare.
La relazione con la voce dei danzatori è il risultato del tempo che abbiamo passato cercando gli elementi e i moduli che sembravano prestarsi al tipo di articolazione dei ballerini.
Poi una volta fatta la scelta abbiamo speso ore in sala di balletto a provare quello che funzionava. Abbiamo fatto delle registrazioni ed abbiamo cercato dei setting che ci piacessero... un normale tipo di sperimentazione fino ad arrivare al tipo di funzionalità che volevamo ottenere.
E' accaduto durante una prova che dei ballerini dicessero: - guarda che questo non è il setting corretto! c'è troppo acuto ... quasi che avessero imparato a suonare la patch e corregere ciò di cui non erano contenti.

Pubblico - E' possibile arrivare a teorizzare queste procedure o in ogni caso formularle come partitura.

A. Breitscheid - Quello che possiamo vedere oggi è come risulta una patch e come un coreografo può utilizzarla.





Andreas Breitscheid : compositore e direttore artistico. Come assistente di Luigi Nono ha partecipato a numerose importanti produzioni tra le quali la messa in scena del Prometeo alla Biennale di Venezia e alla Scala di Milano.
La sua produzione compositiva verte prevalentemente nell'ambito del teatro musicale con esecuzioni in importanti festival e teatri di tutto il mondo. Dal 1992 ha lavorato nello staff dell'Opera di Stoccarda mentre nel 2002 ha fondato il prestigioso Forum Musiktheater
a Stoccarda, istituzione di cui è anche direttore artistico.


 
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