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Primo Piano. Parole, azioni, suoni, immagini di una collezione d'arte.

 

 

 

Una mostra, una donazione al Museo Pecci di un appassionato d'arte - Carlo Palli - Una collezione specifica
che racconta parte della storia più recente: Poesia Visiva - FLUXUS - Nouveau Realism. Una mostra che si fa collezione - E occasione di incontro con molti dei suoi protagonisti.


Stefano Pezzato
-I musei più importanti si alimentano della generosità e dei lasciti dei privati e collezionisti.
La donazione di parte della collezione - Carlo Palli - al Museo Pecci di cui viene presentata un'ampia selezione è il primo passo verso una nuova epoca di relazioni tra il Museo, ( nato dalla volontà di privati e i collezionisti) e gli artisti, nell'ambizione di dare loro spazio e di aprire le loro ricerche ad un confronto con ambiti internazionali.
Questa mostra mette in luce - la Poesia Visiva accanto a FLUXUS al Nouveau Realism
a ricerche avvenute negli stessi anni.
Questo è il compito di un museo, di ricostruire una - Storia -
In questo caso la storia è stata realizzata dal collezionista. Molti degli oggetti presenti in questa mostra che provengono da performance e da azioni sono stati raccolti con passione nel tempo e fatti diventare opere d'arte.
Una collezione può essere molte cose, questa ha il suo carattere ed il suo Dna incentrato su gruppi omogenei, con una rappresentività notevole (430 opere di 112 artisti)-

Marco Bazzini
-Certo. Si tratta di una mostra fortemente articolata per il numero e per la differenza delle opere esposte.
Ed è poi - Storia - di una ricerca artistica che non ha solo rinnovato un modo di produrre, coinvolgendo molte delle discipline artistiche e l'editoria, ma si alimenta di quei protagonisti, molti in mostra, che avevano come intento di essere coscienza critica negli anni del - Miracolo economico- e dei messaggi subliminali rilanciati attraverso i nuovi media. Una mostra museale non realizzata con corpi di correnti ferme e bloccate, per questo non si segue un senso cronologico nella disposizione o una inscatolatura per generi.
Risulterebbe poi difficile confinare questi artisti all'interno di un ambito esclusivo perchè le contaminazioni sono evidenti e gli intrecci ancora più numerosi numerosi con relazioni che arrivano ai nostri giorni.
In questo senso sono esperienze vive e vitali-



La passione del collezionismo ha trovato radice sicuramente nella " vicinanza degli artisti, la loro frequentazione per me (Carlo Palli) è fondamentale.... Solo frequentandoli riesci a cogliere lo spessore umano e culturale, il carattere peculiare del loro essere "artisti" (Pezzato 2006)

-Il Gruppo ' 70 nasce nel 1963 ed ebbe gestazione dapprima in un caffè fiorentino e poi durante incontri formali tra poeti come Eugenio Miccini e il sottoscritto, pittori come Antonio Bueno e Alberto Moretti... musicisti fiorentini... come Sylvano Bussotti e Giuseppe Chiari.
La prima manifestazione ufficiale del Gruppo avvenne in un convegno dedicato a Arte e Comunicazione. I nostri interessi erano già decisamente spostati verso un arte che tenesse conto delle comunicazioni di massa"
(Pignotti, 1988)

-La poesia visiva... (già si proponeva) con ostinata evidenza la problematicita delle teorie della comunicazione e
dell' informazione.
Partiva da modelli comunicativi "spuri", cioè dai codici/ e nell'ambito dei canali / in uso nell' interlingua, vi introduce mediante dilatazioni, scarti, regressioni, sovrapposizioni, interruzioni, ecc., una coscienza un ripensamento (... ) critico una deviazione di sensi, un' inversione ironica di significati e infine la sorpresa e la imprevedibilita che ne innalza il quoziente informativo. ( Miccini, 1972 )

Uno spazio quello della poesia visiva... ambiguo stretto tra l'interazione dei codici verbo-visivi e lo sviluppo delle scienze linguistiche.

-L'area della poesia visiva, arte tipicamente... interdisciplinare, ( trovava) le ispirazioni, le sollecitazioni più diverse, dalla teoria della letteratura, all'iconologia (...) alla semiotica (...) alle riflessioni sui fumetti, sulla moda, sui video-clip... (certo poi si praticano delle scelte)
In tal senso (poteva) essere utile incontrare Marcuse e MecLuhan, attingere a Gombrich e alle sfilate di moda, ispirarsi a Slovskij e alle tavole di un fumetto.
E' da simili "liaisons" forse "dangereuses" che prende le mosse e si determina nei più vari modi l'evoluzione dell'interazione dei codici verbo-visivi.
Sono di solito gli incontri più inattesi, le associazioni più inusuali, che fanno arrivare a quello scarto dalla norma che caraterizza in certi momenti la più significativa produzione di poesia visiva, abituata come è... a operare sul tavolo anatomico ereditato da Lautréamont... con materiali della più varia provenienza - ( Pignotti 2002)

E delle utopie politiche sfiorate dalla poesia visiva

-Ho sempre pensato che "la politica deve sempre essere rivitalizzata con grande spinte utopiche. Ma la poesia non è mai 'direttamente' politica, neppure quella epica. L'arte e la poesia, se mi perdonate l'ossimoro, sono inutili ma necessarie. In altri termini, anche postulando l'arte come un'autofunzionamento', chi può affermare che questa non sia l'esplicazione di una funzione sociale? (Miccini, 1981)

Ma c'è in essa 'una forza che le viene dalla sua utopia' che deve necessariamente e progressivamente tendere a trasformare i propri mezzi... attraverso una guerriglia semiotica

-La poesia visiva... è guerriglia: e in quanto tale, si serve non solo della parola o dell'immagine, ma anche della luce, del gesto, insomma di tutti gli strumenti "visibili del comunicare- (Miccini, 1972)

-Nei primi anni Settanta il concetto di guerriglia semiologica ha insistito principalmente sull'ultima componente, quella semiologica. In particolare si parlava di dirottamento o ribaltamento dei segni, di messaggi respinti al mittente, di contro-pubblicità... e cose del genere- (Pignotti, 2002)

Le riflessioni già dagli anni 60/80 proponevano proprio l'insidia sulla mutazione tecnologica ed antropologica ed una relativa colonizzazione da parte del potere di questi mezzi di semiosi.

-Perciò l'iconosfera e la fonosfera urbana non (potevano) tenersi separate dall'universo delle comunicazioni sociali, nel momento in cui queste agiscono con una simultaneita ed un sinergismo totali. L'occhio e l'orecchio sono i sensi pubblici, diceva J. Cage. Ma non sono il senso sociale, in quanto non hanno in sé che passivita di fronte all'azione totale che viene offerta sullo spettacolo del mondo come percezione- (Miccini, 1984)

Poesia Visiva, Arte Sinestetica, Poesia Tecnologica...Multimediale

-La poesia tecnologica è stata più storicizzata perchè rimanendo nell'ambito dei codici verbali prende in considerazione la parola poetica contaminandola con i linguaggi di massa- ( Pignotti, 2002)

-Multimediale...?
Ma si fa per intendersi.
Del resto, anche il termine "sinestesia" pone il concetto di una pluralità di codici, ma dal punto di vista delle percezioni. Se volessimo descrivere integralmente il processo che noi usiamo dovremmo - per ridurre in formula - parlare di ... multicodice- sinestetico....(risata) ( Miccini, 1991)

 
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