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Stefano Coppini incontra Paul Ginsborg
-Il tempo di cambiare- Einaudi 2005
S.C: Perchè -Il tempo di cambiare- professore Ginsborg?
Cosa si vuol dire con questo titolo.
P.G: C'è stata una grande discussione alla casa editrice sul titolo
-Il tempo di cambiare- Io avrei preferito "La sovversione dolce"
Mi hanno detto però che nessuno avrebbe capito un titolo simile, che non era vendibile e quindi -Il tempo di cambiare- anche se meno originale è senz'altro un titolo più chiaro.
Tempo di cambiare perchè?
Tutto il primo capitolo cerca di spiegarlo.
E' evidente che non possiamo continuare così.
Io cerco di analizzare questo non -possiamo continuare così- attraverso tutta una serie di considerazioni sulla società attuale ed in particolare i rapporti tra nord e sud del mondo.
Non perchè Alkaida rappresenti il sud del mondo, ma perché visto che il nord del mondo è fortemente privilegiato ed ha rapporti di potere fortemente squilibrati verso il sud del mondo e visto che le possibilità di distruggerci come razza umana è molto alta o che la tensione internazionale si è incrementata fortemente in questi ultimi 10 anni,
allora ci sono delle buonissime ragioni per chiamare questo
-Il tempo di cambiare-
Poi ci sono situazioni che non vanno non solo nel rapporto sud-nord del mondo ma
nei rapporti interni al nostro di mondo.
Per esempio oggi per arrivare fin quì (circa 20 chilometri) ho impiegato molte ore a causa del traffico.
C'è dunque un modello di trasporto pubblico ignorato e un rapporto di trasporto privato fortemente sopravvalutato, proprio nel momento in cui il livello di saturazione è stato raggiunto e superato.
Questa è una delle cose del vecchio modello nord-sud del mondo che assolutamente non funziona più. E vediamo pure che c'è pochissima coscienza di questo
non-funzionamento.
Se accendiamo la televisione la sera e se osserviamo le pubblicità, almeno 2 o 3 pubblicità su 5 sono sulle macchine; sono miliardi di euro investiti su un modello assolutamente e storicamente parlando -impresentabile-
Potrei continuare a lungo con una lista di cose che non funzionzano, ma io credo che leggendo il primo capitolo del libro, un capitolo non lo nascondo - non facile... e sono molto fiero che il libro finora ha venduto più di ventimila copie che per un saggio di questo tipo sono veramente molte, e questo mi conforta perchè significa che qualcuno è riuscito a superare il primo capitolo -Perchè non possiamo continuare così- ed è arrivato alla parte propositiva del libro.
S.C: Accanto a questa opposizione tra nord e sud non solo in senso geografico Ginsborg richiama nelle prime 50-60 pagine del libro altre opposizioni centrali; opposizioni tra povertà e ricchezza, maschio e femmina che ancora oggi nella nostra società -ugualmente uguali- restano come campi tesi; tra quello che è il guadagno e quello che è l'etica, tra quello che è la legalità e l'illegalità...
insomma tante opposizioni sulle quali si indaga per capire quale potrebbe essere un punto di ricomposizione.
E' interessante che alla luce di tutto queste opposizioni un momento di speranza, quasi di insperata-speranza arriva da una affermazione di uno studioso che Ginsborg
riprende e fa sua e che dice:
- in fondo se oggi come oggi la casalinga lo volesse veramente, la casalinga potrebbe diventare la figura che agisce direttamente il cambiamento -
Come mai davanti a problemi cosi grandi che riguardano l'ambiente, che riguardano la povertà e la ricchezza, il confronto fra i generi, i problemi epocali su cui si scontrano i governi, le superpotenze e le multinazionali, perchè pensi che una casalinga possa essere un soggetto così significativo?
E' un modo di affetto verso la donna sempre così sottovalutata o c'è veramente qualcosa di molto più importante....
P.G: Ho parlato della casalinga come di un -potenziale rivoluzionario- queste erano le parole esatte. E nulla a prima vista può sembrare più distante dalla casalinga di essere un rivoluzionario...
E spiego subito perchè. Avevo questa idea (non è solo mia) che cerco di sviluppare in un capitolo che ha come sottotitolo -Politica e potere della vita quotidiana-
Io cerco di suggerire e sono solo suggerimenti quello che ognuno di noi dovrebbe cominciare subito a seguire, quello che può, non perchè deve...
perchè l'idea di questo libro è di cambiare gradualmente stile di vita, di pensare ai nostri consumi quotidiani, alle nostre attività e vedere se ognuno di noi come individuo moderno possa cambiare prima un poco e poi di più il suo modo di stare nel mondo.
Allora la -casalinga rivoluzionaria- è un primo esempio di come si può essere rivoluzionari - perchè si può cambiare per prima alcuni comportamenti, le cose di ogni giorno, i gesti abituali, andando al supermercato o al negozio sotto casa, gesti che ciascuno può effettivamente compiere...
Come?
E qui entriamo in un campo che io non esito a chiamare -potenzialmente rivoluzionario- cioè quello del commercio equo e solidale.
Sentiamo parlare molto di questa cosa spesso senza capire di che si tratta.
Esiste la possibilità per il consumatore del nord del mondo di mettersi direttamente in contatto con il produttore del sud del mondo attraverso le reti e le modalità del commercio equo-solidare.
Fornisco come esempio la produzione del caffè.
Questa produzione ha un settore di lavoro intorno a 30 milioni di persone direttamente coinvolte in questa produzione.
Ci sono quattro grandi transnazionali che coprono l'80% del mercato, e tutte le indagini dimostrano che i loro lavoratori vivono in condizioni di forte sfruttamento come succede spessissimo con le transnazionali.
Esiste però una piccola percentuale di produttori organizzati in cooperative che sono in diretto contatto con le organizzazioni per la distribuzione del caffè, non solo in quelle botteghe del mondo, negozi specializzati che sono preziosissime ma difficili da trovare anche se sono il primo punto di vendita, ma anche negli stessi ipermercati, anche nelle coop... guardando attentamente si può trovare il caffè o il the del commercio equo e solidale. Sulla confezione del prodotto c'è la descrizione; dove e quando è stato raccolto quel the o caffè, devono essere cooperative di lavoratori che tengono conto dei diritti sindacali, ed i consumatori del nord del mondo pagano un prezzo piccolo in più per dare un contributo sociale alla creazione di servizi, istruzione ecc
in questi piccoli villaggi lontanissimi da noi, in Guatemala in Honduras.
Ed adesso ci sono altri prodotti che stanno entrando nella rete di solidarietà diretta; per esempio la frutta, non tutta la frutta, ma le banale del commercio equo e solidale si trovano già nei supermercati più comuni.
Allora la casalinga può essere rivoluzionaria, non solo la casalinga ma anche le altre persone, purché cambino lentamente le loro abitudini decidendo di favorire e di preferire certi prodotti piuttosto che altri .
Posso dare un altro esempio prima di parlare di altre problematiche legate a questi processi.
Si può dire che al momento questi nuovi comportamenti sono in minoranza, nicchie del mercato; ma possiamo immaginare le persone che hanno letto questo libro, tutte le persone di buona volontà... e non si tratta di schieramenti politici, ma soltanto di buon senso per il futuro.
Per esempio io ho comprato come molti di voi dei tappeti da Ikea che sono bellissimi e costano poco. Devo però dire che non comprero più dei tappeti per la mia casa da Ikea perché ho scoperto facendo la ricerca per questo libro che è possibile comprare i tappeti Indiani o Pachistani da una organizzazione che opera sul territorio
( nel libro ci sono tutti i dettagli ed il sito web dove potete trovare questa organizzazione che opera con le caratteristiche del commercio equo e solidale)
Questa è una organizzazione che cerca di salvare i bambini che lavorano in condizioni di schiavitù (e non è una esagerazione) producendo i tappeti che sono venduti dalla grandi organizzazioni commerciali a livello europeo e mondiale.
Così riescono a ricomprare i bambini che sono stati venduti dai loro genitori e ridotti in schiavitù per pochi soldi, e dargli una educazione, a proteggerli e nutrirli per quanto possono.
Questa organizzazione negli ultimi 15 anni, nei mercati del nord Europa e del Nord america è riuscita a vendere tre milioni di questi tappeti.
Questi sono piccoli segnali del mondo che cambia, di un modo nuovo
di consumare...
perchè cosa è il nostro capitalismo se non un modo sfrenato di consumare?!
Noi siamo fortemente incoraggiati a consumare al massimo, dalle otto della mattina fino a notte prodotti culturali ,dentifrici, frutta, tappeti e eccetera.
Allora potete immaginare come sarebbe il commercio equo e solidale se riuscisse a diventare non minoritario ma maggioritario.
Se le casalinghe decidessero di fare di questo il loro valore e la loro priorità;
non nel senso di una trasformazione totale nel corso di una settimana, ma di un graduale acquisto di informazione e di scelta.
In questo libro c'è tutta una sezione che parla delle scelte che facciamo a livello quotidiano; cosa vogliamo scegliere? vogliamo essere dei consumatori dei cittadini ignari e poi diffidenti verso i discorsi che veramente ci riguardano nell'aspetto più intimo della nostra vita quotidiana?
O vogliamo essere persone e famiglie aperte al cambiamento e alle sperimentazioni?
Anche in relazione all'idea che non tutto è già deciso e non è definitiva la crisi dell'umanità.
Perchè ogni individuo nel corso della sua vita può fare a livello di microcosmo la differenza. Era Gramsci che aveva questa idea, questa visione molecolare.
Lui scriveva nei -Quaderni dal carcere- dell' importanza dell'azione molecolare nella politica per cambiare le cose.
Sembra impossibile ma non lo è; se ognuno di noi non in modo fanatico, non in modo giacobino o falso, ma in modo profondamente valido provasse a fare quello che può fare a livello individuale, nel cambiare le nostre abitudini e appoggiare queste iniziative, cose che provengono dai tempi dei ragazzi di Seattle, dalle prime grandi manifestazioni contro la politica dell'Organizzazione mondiale del commercio ..
C'è una cultura che fa progresso ed è scettica sull'altra cultura che ci fa vivere in modo costante ed incessante assorbendo i suggerimenti della televisione, della pubblicità; quella normalità per cui la famiglia dovrebbe consumare e vivere solo in un modo.
Noi possiamo dire fin da ora- No! possiamo dire
-Noi faremo una cosa diversa- Magari non a 180 gradi, ma 5 gradi per cominciare va molto bene.
Perchè una volta cominciato potremo solo andare avanti.
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