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artmg   Live-media : Netmage 07 - Creative and innovative images on art, media,
comunication. Festival internazionale - Bologna - In uno scenario multiscreens
un 'word-scape' visivo ed emozionale : destini del reale, identità 'gender'...
in live-cinema mixed-media. Una comunicazione di Andrea Lissoni
 

- L'immagine in movimento

Devo subito precisare come organizzatore e dire del mio percorso che è tipicamente universitario: storico artistico - Sono laureato in storia dell'arte moderna - poi con una borsa di studio mi sono trasferito a Parigi per due anni al centro Pompidou dove ho lavorato all'interno del dipartimento -Nuovi media- che è forse storicamente l’istituzione museale più sensibile in Europa per le relazioni tra arte contemporanea e la scena sperimentale e video di autore - e questo da venticinque anni. Il dipartimento nuovi media ha da poco pubblicato un catalogo che rappresenta la collezione del centro Pompidou - naturalmente nel ramo dei nuovi media - e non ha nulla di tecnofilo odi spinto eccessivamente in avanti verso le nuove tecnologie.
È un dipartimento di conservazione e, per quanto sperimenti, non si arrischia a definizioni come Computer art - Net art o Video art - ma semplicemente cura mostre, produce e colleziona opere che si ritrovano poi man mano a pieno titolo nella storia dell'arte contemporanea degli ultimi trenta anni.

Credo che quello sguardo - unito alla consapevolezza teorica datami dalla rigorosa ricerca di Valentina Valentini, storica e studiosa dell’arte video e straordinaria divuglatrice della visione del video d’autore - unita all’irrequietezza legata alle esperienze curatoriali in ambito più o meno controculturale e portato avanti nel contesto del Link project di Bologna e non solo, abbiano rappresentato il mio riferimento, la base della mia formazione ed il mio modo di portare avanti il mio percorso.

Se non che, come identità personale, aggiungo a quel background, un interesse specifico per la relazione tra imagine, immagini in movimento di ricerca ed immaginario-immaginari. Ovvero la costante riflessione, la costante sollecitazione sulle relazioni che ci sono tra le immagini e la creazione dell’immaginario di ricerca oggi, dal momento che le immagini hanno subito la variazione stravolgente che noi tutti conosciamo. e che non è tanto quella di uno stereotipo che viene raccontato dal punto di vista percettivo e fruitivo come un “bombardamento di immagini” a cui sarenmmo sottoposti…non credo a quello stereotipo.
Credo piuttosto che la vera e straordinaria rivoluzione che hanno compiuto le immagini è accaduta all'inizio degli anni novanta quando le immagini hanno cominciato ad essere non solo straordinariamente manipolabili con modalità e strumenti che fino ad allora non erano possibili, ma soprattutto accessibili, consultabili, visibili.
Non è tanto, ripeto - dal punto di vista per così dire percettivo e fruitivo il problema dell'essere o meno bombardati, quanto, forse finalmente, -disporne -
E quello su cui sicuramente gli autori e gli artisti sono senza altro chiamati negli ultimi quindici anni è proprio la possibilità di accedere alle fonti più impensabili, offrendo possibilità impensate fino a pochissimo tempo prima.
E come fra 1990 e 1995 la grande rivoluzione del digitale ha consentito agli autori e ai filmaker di iniziare a pensare e di lavorare attraverso un montaggio non più analogico ma, appunto, digitale e ai fotografi e autori di immagini, di poter manipolare le immagini direttamente – la rete (intesa come vettore, archivio ma anche come fonte di ricerche e di accesso ai saperi) ha portato con sè la possibilità di accedere alle fonti come incredibile e straordinaria nuova risorsa.
Probabilmente è una risorsa ed una possibilità che genera anche una serie di problemi.


Xing : Netmage
Tutto questo, accennato velocemente, è anche quello su cui cerco di lavorare nel mio percorso e nel mio insegnamento che è, sotto sotto, basato sulla questione: come e quanto le immagini e i suoni d’autore e di ricerca si muovono, dove vanno, dove nascono, e perchè e come viaggiano…
E' questo a cui penso se ripenso al mio tracciato di riflessioni e curatoriale: ad un tracciato che ritengo multidisciplinare e che sta nello stare “fra”: nello stare -fra- un sistema artistico visivo e nello stare in un sistema perfomativo; nello stare -fra- in un sistema di musica elettronica e comunque in quella ricerca che una volta si chiamava specificamente - video -. Ecco, in questo stare -fra- c'è un qualche cosa che più di tutto interessa. Ed è come le immagini si muovono, viaggiano, scivolano, corrono, si trasformano.


E questa è un po' la domanda che ci siamo posti alla fine degli anni ‘90 quando le persone con cui lavoravo dal punto di vista curatoriale ed organizzativo,che avrebbero poi dato vita al team di xing. E la domanda era: cosa sono le immagini oggi, cosa rappresentano, dove vanno, qual è il loro statuto a partire da una prospettiva speciale che è un po' quella dell'arte contemporanea?


- Cosa sono le immagini oggi? - ci ha portato a creare nel 2000 il festival che è stato chiamato Netmage e che era l'ultimo passo dal nostro punto di vista, di una serie di discipline o di sotto discipline che si andavano lentamente e un po’ rugginose ad arenare sulle spiagge delle arti del XX secolo, pronte ad essere smantellate e riutlizzate. In altri modi, in altri luoghi.
E queste discipline o generi che si arenavano definitivamente erano senz'altro il cinema sperimentale, la video art, un certo tipo di pratiche performative, senz'altro un certo mondoe modo di interndere l’arte visiva contemporanea. E non voglio dire che si arenasse e morisse,. Anzi, stava per rigenerarsi. Tuttavia però le questioni centrali, l'intensità, l'energia specifica entro quei singoli sistemi si era senz’altro affievolita.
E' pu senz’altro vero, qualcuno potrebbe obiettare, che molti artisti oggi lavorano con pellicola e super-otto trovato o con gli archivi locali, o con le immagini dei propri parenti e che rimanipolano producendo altre e nuove opere. Ma generalmente l'output e la modalità di manipolazione è digitale e sicuramente non si riconoscono all'interno della disciplina del cinema classico nè all'interno del cinema sperimentale come tradizionalmente era stato definito dagli anni trenta in poi del secolo scorso.
Pertanto, l'idea di elettronica, l'idea di video arte e di cinema sperimentale - come categorie e come generi andava a perdere progressivamente senso e, soprattutto, necessità.


Live Media
E così abbiamo dato forma a questo festival che è sostanzialmente una mostra “live” per tre giorni dove, per tre notti venti -live media - cinque o sei ogni sera in cui quello che accade è, che immagini in movimento sono manipolate per la durata circa di mezz'ora dal vivo, da un autore.
Insieme all' autore che manipola le immagini, lavora spesso un musicista o qualcuno che si occupa dei suoni e delle sonorità e che contribuisce a trasformare questo paesaggio visivo, queste proiezioni in un qualche cosa che abbia piu un senso dal punto di vista evocativo o narrativo, fornendo un soundtrack spesso in dialogo con le immagini.
La cosa più importante da dire è che per chi avesse una minima familiarità con questo tipo di pratiche - e lo sa già, che non è facile inquadrarle bene perchè siamo ancora una volta in un campo di ricerca, appunto, in un campo “fra”.
Certamente esistono sempre di più, nell'arte visiva e basta andare alla Biennale di Venezia o in mostre internazionale come Documenta di Kassel installazioni video o multimedia con proiezioni su un certo numero di schermi.
Si parla dunque di un modulo polischermico ha una sua storia ed una sua fisionomia che è ormai consolidata.

Netmage si occupa sempre un pò di più di quel modo e di quel mondo - cioè di immaginare come sia possibile commissionare o chiamare degli autori che lavorano con quattro o cinque schermi dal vivo, manipolando quindi materiale con un riferimento piùforte alla tradizione del cinema, del cinema sperimentale o dell’arte video -piuttosto che pensare di avere a che fare con dei vj- così come si definisce quella pratica nata nell’area dei club e in ambito dance. In sostanza, Netmage “non è” un festival dove si ospitano autori video chiamati a intrattenere visivamente un pubblico danzante manipolando immagini a tempo di musica…
Diremmo forse piuttosto che è un festival che si occupa di far chiamare degli artisti specializzati nel produrre o delle opere della durata da mezz'ora a 40 minuti circa e che in quel tempo evochino o raccontino, un mondo o illustrino una vicenda, creino, in una parola “un’opera”.
Molto spesso gli autori sono fotografi e molto spesso sono autori che sollecitiamo nella produzione o che chiamiamo appositamente perchè ci interessa il loro immaginario e come il loro immaginario si confronta con lo spazio.
L'interesse del festival è anche quello di lavorare sulla - Liveness - sulla condizione cioè dell'essere viva della immagine - che riguarda non solo la natura viva delle immagini su più schermi manipolate dal vivo attraverso dei mixer, attraverso laptop o altri strumenti che possono esserei più svariati, ma anche vivo è il contesto in cui queste immagini vengono presentate e cioé, la grande situazione di piazza o di arena in cui il pubblico si siede, cammina, prende una postura di visione a secondo dell'oggetto che ha di fronte.
Si genera quindi una sorta di -liveness- che è apparentata se volete, da una parte alla tradizione del cinema, dall'altra a quella della pratica del teatro e a quella dei concerti. Con la possibilità, per il pubblico, di muoversi e circolare nello spazio liberamente.

E questo è quello che succede a Netmage.
 
   
 
 continua
 
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