Synestesia e Live electronics
L'uso di tecnologie
leggere - computer portatili e l'uso di software come Max-msp – e
Jitter.
La connessione in un unico ambiente
di lavoro di qualunque tipo di codice di controllo - E questo significa
Midi per il codice musicale - Midi per controllare mixer e luci
- Il controllo e la partenza dei videoregistratori - suono e audio
in tempo reale e qualunque tipo di interfaccia e quindi sensori
interattivi e infine videocamere.
Si può controllare audio e video e codici di controllo tutto
in un unico programma - tutto digitalizzato su dei numeri. Alla
fine l'unico limite diventa il progetto che possa includere tutto
questo... perché in
teoria si può realizzare tutto.
Una sogno lungo un secolo…
A Parigi alcuni anni fa una mostra il cui tema era proprio questo
- Sons e Lumiere - evidenziava quali sono stati nel ventesimo
secolo i tentativi e le tensioni ideali che muovono in questo
senso, e nelle direzioni della sinestesia.
Tra l'altro fino agli anni 50 c'era stato un interesse molto grande
intorno a questo tema -
poi con il sopraggiungere delle nuove tecnologie che avrebbero
permesso la realizzazione di alcuni sogni,
il terreno è diventato
più difficile - nel senso che è diventato più difficile
incontrare correnti di pensiero o manifesti di gruppi artistici
che si rivolgessero a questi principi.
Al contrario della prima parte del secolo quando tutto questo è accaduto
in modo intenso.
Per questo si può dire che la tensione ideale di quel periodo è rimasta
abbastanza intatta e totalmente attuale, per quanto nessuna corrente
ha elaborato più - né facendo propri quei pensieri,
né cercandone
di realizzare alcune opere.
Per quanto mi riguarda lavorando su questi temi da molto tempo
sono giunto alla conclusione che non esista un legame vero tra
suono e colore ed immagine .
Certo sono sempre e comunque legati e unitari…
Poi una volta che si accetta che il legame è arbitrario
si può decidere
- come artista o gruppo di artisti -
di rendere questi legami, legami procedurali.. A quel punto si
dà adito a qualunque cosa.
Ma ovviamente le analogie
della percezione e l'organizzazione della luce e del suono sono
moltissime e cercare di trovare dei nessi veri e reali rimane
secondo me è inutile.
Rimane comunque una tensione ideale fondamentale, interessantissima
che non avrà mai
una vera soluzione.
Come esempio potrei parlare della realizzazione della " Mano
felice" di
Schoemberg (Teatro alla Scala, 1967 )
dove c'è una gradazione complessa
di suoni e colori ed una tabella di corrispondenze; ma la cui
esistenza -
di reale corrispondenze - è legata esclusivamente alla
sua esecuzione.
Ma ci sono molte opere pensate in questo stesso modo.
Ma ripeto - non esiste un vero legame univoco la cui interpretazione
sia accettata da tutti e non sia soggettiva e legata inevitabilmente
alla contestualizzazione dell'opera.
Detto questo poi Luciano Berio nel ' Dominio digitale ' sviluppa
questa stessa idea, questa tensione ideale - del poter mettere
in relazione diretta ed univoca - cioè manipolabile e
manipolata le diverse anime.
La tensione che è arrivata da quel periodo adesso dà origine
a tutto quel mondo della multimedialità e della installazione
interattiva - e che facilmente oggi si può realizzare tecnicamente,
nel caso del computer, perché tutti questi linguaggi vengono
ridotti a dei numeri e diretti alla stessa funzione e soprattutto
a quel livello di astrazione dove si può fare qualunque
tipo di connessione.
Io posso fare una connessione reale, parametrica per cui - in
una certa scala (range ) posso controllare una certa intensità di
luce - intensità di
pixel su di uno schermo; posso mettere in relazione questi parametri
con dei parametri musicali, con dei parametri di interazione, di
analisi di un ambiente circostante o posso controllare l'accelerazione
di suono e di immagini….
In realtà la tensione nel creare un legame procedurale,
simpatico, logico grammaticale tra la scala di colore e la scala
musicale, l'intensità delle
luci in relazioni al blue-skin arriva da molto lontano; ci sono
stati una infinità di tentativi in questa direzione.
Ed è quello che è successo fin nelle basse utilizzazioni;
la volontà di teorizzare per esempio da parte di Kandiskj
e poi da tutto il gruppo di artisti che in questo periodo lavoravano
in questa direzione - che ha indicato veramente una strada nuova.
Kandinskj non poteva avere neanche idea di come realizzare praticamente
la sua opera per esempio il testo del -Suono
Giallo- se non con qualcosa che era la tastiera
a lampadine pensata per Scriabin, qualcosa che oggi non potrebbe
che far sorridere considerando come si è sviluppato il
cinema e la musica virtuale…
Lo sosteneva un pensiero così complesso legato alle sue
teorie ed alle sue tensioni ideali, ma non necessariamente ristretto
ad una realizzazione pratica.
Quindi non è solo teorizzando che Kandinskj ci ha mostrato
come doveva essere ovviamente realizzato ‘Il Suono Giallo’ ma
anche dicendo che la volontà degli artisti di chiamare violentemente
in causa la musica - ecco in questa volontà stesse la
tensione fondamentale.
C'è una frase bellissima in una lettera di
Kandinsji a Schoemberg in cui dice - ' Chi invidia i musicisti è perché finalmente
vede la possibilità di essere totalmente staccati da una
funzionalità pratica.
Ma quanto dovrà la pittura aspettare prima di essere un’arte
staccata in ugual misura da una mentalità pratica? '
E' questo un punto di vista interessante - e l'idea che poi questo
induca musicisti cosi importanti a lavorare insieme rimane ancora
oggi un meraviglioso momento della storia delle arti difficilissimo
da replicare.
Adesso credo che si stia ricominciando un nuovo ciclo e si stia
tornando al dialogo tra i linguaggi.
Contestualmente la fase di Kandinskj è per un musicista
totalmente folle perché molto più estrema da un
punto di vista pratico risulta un pittore davanti la tela - piuttosto
di un musicista che ha a che fare con gli orchestrali e sindacalizzazione…etc
Sto semplicemente dicendo che per scrivere una partitura con
uno strumento che si conosce e con la tecnica di quel strumento
si deve essere molto più asserviti
alle funzionalità pratiche della tecnica di quel strumento
di quanto possa
liberamente agire un pittore.