D- In sostanza, rispetto ad una società in transizione il problema
che si pone è il ruolo dell'artista, e rispetto a questo scenario
mobile come si cala all'interno del contemporaneo. (Museo, Istituzioni,
Audience, Web)
Valentina Gensini - Io credo che la Contemporaneita di per sé non
sia un valore: non è un valore aggiunto, la contemporaneità.
Come un tempo si diceva 'Viva i moderni!', oggi si elegge spesso la contemporaneità a
valore.
Invece direi che, semplicemente, la 'contemporaneità di sente
là dove si riscontra - in un artista – l’espressione
di una urgenza che è del nostro tempo e che trova immediata rispondenza
nei sensi, nei sentimenti e quindi nella sensibilità di linguaggio
di chi lo guarda. E’ come se ci fosse un riconoscimento, un innamoramento
e quindi una rispondenza di sensi, di urgenza, e di problematiche.
Alberto Salvatori - Ci sono diverse modalità di lettura del
contemporaneo, anche da parte degli artisti. Ci sono artisti che trovano
il Contemporaneo nel loro esistere - il loro essere, e quindi nella loro
autoreferenzialità e grandezza; in qualche modo, persone che perseguono
una contemporaneità legata a loro stessi.
Valentina
Gensini - E ad un tempo interiore. Io credo che la Contemporaneità in
questo senso 'critico', sia di nuovo riabbracciare la complessità (il
Tutto).
Sia nella voce di chi propone istanze politiche, sociali o ideologiche,
sia in quella di chi racconta una storia personale o uno sguardo intimo.
Poiché il presente è molteplice ed è naturale che
trovi molteplici traduzioni.
Alberto Salvatori - Io sono molto più legato a chi vive in tempo
reale il contemporaneo, relazionandosi con l’esterno, e non tanto,
salvo rare eccezioni, a chi decide di perseguire un percorso interiore
e di conseguenza ciò che poi ci dona e ci mostra è qualcosa
di veramente intimo e nello stesso tempo di veramente lontano.
D- Contemporaneita come cura di sé!
Alberto
Salvatori - Il contemporaneo come cura di sé? Il contemporaneo
non è taumaturgico o un elemento che cura la personalità.
Io penso che molti artisti abbiano come nel passato una forte consapevolezza
di sé nella contemporaneità, utilizzando il contemporaneo
per i propri fini. Basta osservare come certe personalità del
mondo dell'arte legano la propria opera ad una interpretazione perfetta
ed in qualche modo subliminale del contemporaneo, arrivando a interrogare
l'informazione e l'immagine, restituendola come opera d'arte sotto altra
forma che poi ridiventa oggetto dello star system, ed anche della immagine
pubblicitaria. In questo caso è un circuito - e tutto è come
dire… molto circuitato.
D- Uno sviluppo alternativo del possibile virtuale è l'attuale
che nel dato interpretativo diventa il contemporaneo...
Alberto
Salvadori - L’attuale in alcuni casi e stiamo parlando della esperienze
promosse da Stalker / Osservatorio Nomade di Roma, è uno strumento
di presa di coscienza e di interazione con il reale e quindi diventa
in quei termini il loro fare arte – poiché si misurano quotidianamente
con i loro progetti e con le loro azioni.
Riascoltando le registrazioni di – Sopralluoghi - è interessante
notare come raramente esce fuori l’opera d’arte, raramente
torna la vecchia terminologia, ma si parla di azioni e di progettualita
e performance – perché l’attuale oggi, e oramai da
50 anni, ci impone un cambio assoluto di registro.
Con questo non è che una buona pittura o un quadro non è attuale, è attualissimo!
Ma nella misura in cui i soggetti sono talmente eterogenei, oggi è più facile
trovare davanti a noi persone che si interrogano e vanno avanti su dei
percorsi che sono legati ad azioni e progetti…
Valentina Gensini - Quindi non legati ad un'ora o ad una dimensione temporale,
ma anche a una dimensione spaziale precisa.
C’è un legame con un territorio, legami precisi quindi di
persone la cui azione si connota fortemente di determinate e circostanziate
esperienze – in questo senso anche di fronte ai messaggi globali
che rischiano di omologare ogni realtà, è interessante
( ed è il caso di Stalker e di altre esperienze analoghe) riappropriarsi
del presente non solo in senso temporale ma anche spaziale: di una presenza
a se stessi che chiede di essere totale anche in coincidenza con i luoghi,
in relazione con chi questi luoghi abita.
Alberto Salvadori - E forse l’attuale
diventa necessario in questi termini.
D- Invito al Contemporaneo:
Un nuovo 'sguardo' che non conferma né crea necessariamente quella “aura” che
nel tempo diventa una consacrazione di classicita!
Valentina Gensini - Se la dimensione problematica è vista come dimensione
da indagare, sicuramente almeno per un attimo abbiamo un approccio che
si sottrae a quelle che sono le mode del momento, proprio come modalità del
guardare e dell’analisi.
Del resto è inevitabile che, nel momento in cui indaghiamo dell’oggi,
bisogna essere consapevoli che abbiamo uno sguardo come prodotto del nostro
tempo ed un oggetto che è, e a cui è stata sottratta definitivamente
l’aura.
Alberto Salvadori - Si questa è perduta e ritrovata e riproposta
sotto altre forme.
Quello che assolutamente ci riguarda in ogni caso, tornando sul tema,
c’è un altro aspetto che ci muove, per quello che facciamo
e quello che vorremo continuare a fare – e cioè che essere
contemporanei significa semplicemente
– vivere – 'esserci' e questo comporta tutta una serie di interrogazioni.
Valentina Gensini - Uno sguardo consapevole!
Comunque il discorso dell’aura è quantomeno interessante,
perché se vogliamo molti artisti hanno un’ aura potentissima
che è quella del mercato, delle gallerie e dello star system.
Evidentemente questo non ha a che vedere con quello di cui parlava Benjamin,
sotto quel profilo cioè di unicità dell’opera.
Se ne sta riparlando (Mario Costa -Il problema tecnologico) a proposito
dei nuovi media e di questa dimensione altra; certo che se inteso in
senso storicistico è assolutamente da negare che nel presente
non esiste aura, in senso rinascimentale, probabilmente oggi c’è una
nuova aura di cui vanno ridefiniti i canoni, sia un’aura effettiva
quella in rapporto all’opera, sia un’aura altra data da elementi
come il mercato…
È un concetto che torna anche se assolutamente trasformato, torna a diversi
livelli e con diverse accezioni.
Alberto Salvadori - L’aura oggi si costruisce molto di più attraverso
l’informazione o una circuitazione degli artisti e dell’opere,
offerti all’opinione pubblica - è così che vengono
costruiti dei miti.
Se ci mettiamo ad analizzare un certo tipo di percorso, che è quello
dei premi d'arte o delle giurie che le compongono ci rendiamo conto che
c’è una continua sovrapposizione di elementi e interessi.
L’aura si crea in questo modo. Ormai c’è un concetto
diverso di aura. Per capire come l’aura si sviluppa basta considerare
l’organizzazione e lo svolgimento del premio artistico mediaticamente
più importante del mondo, il Turner Prize. Si sviluppa dalla sinergia
di tre elementi – il mercato, con tutte le sue propaggini, un grande
museo che non ha problemi ad esporre un giovane artista di 20 anni accanto
ai grandi maestri consacrati dalla storia e dal tempo, ed un canale televisivo;
questi sono gli strumenti che creano l’aura.
Noi stiamo cercando di elaborare il nostro pensiero al di là da
questo, e in questo non volendo essere out-side – né tanto
meno fuori dal tempo e dalla realtà - ma confrontandoci con la realtà.
D- Essere contemporanei è una gran fatica!
- Assolutamente!
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