- Forme del narrare 5 - Incontro-Intervista con Etgar Keret
 Grafio -laboratorio di scrittura
   
INTERVISTE
Gli esordi
Io non ho mai pensato che sarei diventato uno scrittore.
La mia famiglia aveva grandi piani per me ma di
tutt'altro tipo! Sono il più piccolo di tre fratelli.
Mio fratello maggiore è un genio dei computer
e mio padre ha sempre sperato di mettere su
una compagnia di computer che avrebbe
battuto la finanziaria di Microsoft
Quello che ha cambiato la mia vita è il fatto
che in Israeleè obbligatorio il servizio militare
che dura tre anni e questo in pratica ha cambiato radicalmente la mia vita.Nella mia famiglia i miei
genitori hanno sempre avuto
dei problemi da un punto di vista teorico ad allevare i figli
perchè a loro stessi è mancata un' infanzia normale.
I miei genitori sono sopravvissuti all'olocausto, mia madre ha perso
entrambi i genitori nel ghetto di Varsavia e mio padre a causa della guerra
ha dovuto occuparsi dei suoi genitori fin da piccolo.Entrambi non hanno
avuto un infanzia vera e propria.
Mia madre da piccolo diceva che se avessi avuto
una infanzia come si deve, c'era una buona possibilità di diventare
un adulto positivo
E poichè non avevano nessun esempio sul quale riflettere
hanno deciso di crescere i loro figli prendendo sempre tutte le decisioni in comune.
Quindi era una costante discussione, ma chi vinceva poteva decidere di sé.
Quando poi ho cominciato a fare il soldato ho provato ad usare la stessa strategia
con il mio comandante, ma non ha funzionato nello stesso modo,
non cooperava. Il primo giorno d'addestramento ci hanno messi in fila per tre
ed il comandante ha detto  -Voi farete
quello che dico io in modo assoluto senza alcuna replica altrimenti soffrirete molto-

La cosa che ho imparato rapidamente è che quanto
di peggiore possa capitarti nell'esercito è che il tuo comandante si ricordi il tuo volto, il tuo nome o qualsiasi cosa al riguardo; allora si! che sei segnato e non c'è scampo, perché quando c'è da fare la guardia da qualche parte o qualunque altra cosa, finisce così
- Ah si c'è quel tizio.. adesso chiamo lui - E nel mio caso,
io mi chiamo Etgar (Sfida in israeliano)
non è stato molto facile
avendo un nome che è unico in tutto il mio paese.

Quando ho cominciato a scrivere
Ah
si! quel tizio
...


Sono passato da una unità all'altra cercando di essere il
più invisibile possibile per non crearmi problemi, finché
sono finito in una unità speciale che che si chiama
Quasimodo.Questa unità si occupa di computer. Lavoravo per 48 ore consecutive sottoterra. E si chiama Quasimodo perché come il suo personaggio usciva raramente
alla luce del sole.Ho scoperto che la maggior parte degli altri soldati che erano stati inseriti in questa unità speciale avevano chiesto di essere trasferiti perchè non ce la facevano a resistere; dopo un poco si perde la testa a rimanere chiusi per così tanto tempo. Io ho capito che era il posto migliore per me, perchè non c'era nessun altro ufficiale, ero da solo e questo sarebbe stato l'unico modo per finire il periodo militare senza andare in galera o mettersi nei pasticci con qualche comandante
.

scrivere
è
come
fare
surf
si
aspetta
l'onda
e
quando
arriva
devi
rimanere
  sulla tavola..

Ciò che succede durante questi turni di 48 ore è che cominci a parlare da solo. Ed io non solo facevo questo ma ho cominciato a scrivere. Mi sono trovato ben presto
qualcosa fra le mani
-è forse questa una storia? mi sono presto detto.
Per me è stata la nascita della scrittura!
Ho continuato e poi ho chiesto ad un mio compagno, un soldato che faceva il mio stesso turno, di leggerla questa storia; mi ha risposto -No! non voglio leggerla.
Lasciarmi stare-
Ero disperato.Volevo che qualcuno la leggesse, quindi sono andato a casa da mio fratello maggiore, la mattina presto, l'ho svegliato e gli ho detto -Per favore devi leggere assolutamente questa cosa che ho scritto-
-Va bene, ha detto, devo portare fuori a spasso il cane, potrei leggerla mentre porto a spasso il cane.

 

Il cane non era della stessa opinione, il cane si voleva fermare ogni tanto.
Però mio fratello continuava a leggere, ed ho ancora presente questa immagine, di mio fratello che cammina velocemente, io che gli corro dietro, il cane che viene trascinato e alla fine della storia mio fratello si ferma, si volta e dice -Ma questo è bellissimo- 
Poi mi chiede -Hai un'altra copia di questo?
Alla mia risposta affermativa lui prende un foglio del manoscritto e lo usa per pulire la cacca del cane.E' stato un momento rivelatore per la mia scrittura, perché lì ho capito
che non importa che una storia stia sulla carta; perchè in quel momento era sia nella mia testa come nella testa di mio fratello.

Io non so come scrivono gli altri scrittori.
Per me la condizione nella quale scrivo è una perdita di controllo.
Ho sempre avuto l'idea che lo scrittore fosse qualcuno che crea un mondo, e gioca con i diversi componenti di questo mondo con uno sguardo tipo Dio, con uno sguardo dall' alto.Per me scrivere è come fare serf:, si aspetta l'onda e nel momento in cui l'onda arriva bisogna cercare di rimanere stabili sopra la tavola, perchè non sai mai dove l'onda ti porterà. E' una incognita.Qualche volta quando finisco una storia mi chiedo -ma che cosa sto cercando di dire con questo-Ma anche se non riesco a capire cosa voglio dire ho la sensazione che sia autentica e vera o che abbia una sua vita propria. Anche se in quel momento provo come una non-comprensione

La questione morale
La cosa più importante è che ogni storia sai vera, perché quando non scrivo dico un sacco di bugie, quindi ho
deciso; la scrittura è il luogo dell'onestà. Non è che io
dico bugie perché mi piace dirle, ma essendo il figlio di
due sopravvissuti all'olocausto sono cresciuto cercando
di dire sempre cose che non rattristassero i miei genitori.
Ho cercato di farlo per i miei genitori e poi è diventata la norma, non voglio vedere nessuno triste.Mia madre possedeva un negozio di tessuti e mi racconta che
quando ero piccolo così piccolo da avere 3 anni
stavo sempre seduto sul tavolo sul quale lei
lavorava.Ero un osservatore attento
e facevo i complimenti a tutti quelli
che entravano nel negozio.

- Ah! signora...questo tessuto fa risplendere il colore dei suoi occhi- dicevo, trovando per ogni persona un particolare per compiacerla.Da adulto la narrativa è diventata il luogo dove poter smettere di essere soltanto carino, dove sentirsi responsabilizzato nel non rattristare nessuno, perchè attraverso la scrittura poi rendere davvero liberi gli altri.
Nelle storie che racconti puoi permetterti di rompere tutte le finestre di una stanza
puoi dare un pugno in viso ad una persona, addirittura ucciderla... ( e questa persona non e ne ferita ne morta)

 
segue