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INTERVISTE
I rapporti con la tradizione letteraria
Innanzitutto bisognerà distinguere la tradizione letteraria creata dalla diaspora e la letteratura israeliana.
Sono due cose molto diverse.
Io mi sento molto più vicino alla letteratura della
diaspora.La cosa più interessante, la cosa che mi
colpisce di più di questa letteratura è il fatto che questi
scrittori hanno sempre due identità legate naturalmente al paese in cui vivono. E quindi un approccio cosmopolita che obbliga lo scrittore ad avere una visione sia dall'esterno che dall'interno.Questo è quello che rende l'umorismo ebraico quello che è, sia che si legga un racconto
di Singer o che si guardi
un film di Woody Allen.
E' quella caratteristica speciale che ti consente di fare battute umoristiche sulle persone esprimendo nello stesso tempo il tuo amore per loro.Gli scrittori italiani o francesi non hanno questa complessità, questa doppia valenza perché hanno una identità molto specifica.
E nonostante io sia nato in Israele, dovrei avere un approccio molto rigido, ma però forse perché sono figlio di emigranti, mi sento come ebreo della diaspora, ma in Israele.
Il fatto che mi sento legato di più alla tradizione ebraia della diaspora
è proprio questo fatto dell' umorismo molto tipico... che nella letteratura
israelianaè presente ma molto raramente.
E' uno sguardo speciale, uno sguardo dal di fuori che fa indulgere lo scrittore all'umorismo.
-Per me l'umorismo è il prodotto di una grande debolezza.
Si comincia a fare umorismo quando non si può cambiare veramente qualcosa.E' un modo di protestare contro le cose che non si possono cambiare senza per questo essere patetici.
Si fa un umorismo riguardo alle cose che non
possiamo cambiare,
si fa umorismo sul proprio capo ma se vedi che una cosa può essere cambiare la cambi e basta.
L' umoristico serve a gestire
emotivamente queste impossibilità
di cambiamento.
Un umorismo che mi piace molto è quello sulla morte.

 

Si
incomincia
a fare
umorismo
quando
non
si
può
cambiare
veramente
qualcosa

 




Mi
sento
come
ebreo
della
diaspora
ma
in
Israele
Il tuo modo minimalista di scrivere ricorda la tradizione anglosassone
ed americana. Quali sono le tue letture, le tue preferenze...

Sicuramente i grandi scrittori americani (Carver Chandler)
Ma sento molto più forte l'influenza di Kafka e Cechov.
La scelta di una scrittura minimalista per me è stata vissuta come una grande necessità anche rispetto al fatto di vivere in questo paese.
Il minimalismoè necessario anche come riflesso di questa grande
intensità della vita che per me è vivere in Israele, in questo continuo rapporto tra vita e morte.E' proprio per tutte le questioni
ideologiche aperte, che con il minimalismo intento una reazione
(attraverso la mia scrittura) a tutto questo.In Israele c'è questa combinazione catastrofica,
(che è) questa enorme questione ideologica espressa con
il linguaggio della bibbia ed il conflitto fra queste due realtà non può
essere che catastrofico.Quindi tutte queste grandi verità prodotte
da queste ideologie mi fanno pensare ad una casa nella quale si
provi di continuo la stabilità, se il soffitto e le mura reggeranno a tutto
questo ...Se devo scrivere qualcosa incomincio dalle cose piccole,
dalle parole
più piccole e più brevi nelle quali ho fiducia...
 
La scrittura è una esperienza del profondo...
La mia esperienza di scrittura è stata qualcosa di cui il non ero consapevole ma se dovessi descriverla in qualche modo direi che
è come una confessione che si fa al prete. Il problema è che nell'esercito,dove ho cominciato a scrivere, tutti sono uguali, c'è una conformità totale, mentre nella scrittura è in atto la
confessione di una differenza.
 
Ti sentì responsabile delle cose che scrivi?
Io non faccio prediche attraverso la scrittura, quello che voglio dire al lettore è -guardate la vostra vita e assumetevi la responsabilità di quello che fate-per il resto non do ulteriori indicazioni.
Importante in ogni caso è la comunicazione, l'onestà e la verità e poi il dialogo che si viene ad instaurare. Io ho studiato matematica e non letteratura e questa esperienza mi ha insegnato che nel scrivere
una funzione, più semplice è, più geniale risulta, quindi se anche un bambino può capirla sei stato geniale nella tua espressione.
Mentre spesso nelle letteratura è l'opposto;
fai delle cose complicate per essere compreso.
ma così complichi solo la situazione.
 
Hai mai pensato di scrivere di realtà virtuale..
Alcune delle mie storie trascendono la realtà.
Ma sono interessato alle storie normali e cerco di non superare le leggi della fisica.
Devo ammettere che leggendo le mie storie si trova spesso qualcosa di fantascientifico.
Utilizzi i tracciati della cabala per scivere..
Nella mia famiglia mia sorella è ultraortodossa e certamente molto della letteratura
Kassidica ha influenzato le mie cose.
 
Fai uso di qualche software per le sceneggiature?
Io credo nella totale libertà di scrivere e sono contrario ad usare software che regolano la
narrazione. Non è la chiarezza ma quello che vuoi dire che è importante a rischio di perdere il contatto con il pubblico, ma poi l'onestà è il tema più importante.
 
Lo spazio della scrittura è ancora speciale...
Il mio è uno spazio sicuro che nessuna recensione cattiva può toccare.
E' uno spazio protetto che non si può distruggere facilmente.