Multivers
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. Live electronics . La manipolazione di materiali sonori concreti e di eventi scenico-teatrali...
 

D -Si tratta poi di costituire un insieme di strumenti programmabili e programmi che consentono di trasformare i dispositivi elettroacustici o informatici in una "macchina per suonare", ma le cui caratteristiche dipendono da scelte compositive, esecutive e di linguaggio musicale.

Michele Tadini - Il problema dell'interfaccia rimane, come problema fondamentale - nella mappatura stratificamente decisa da poter essere interfaccia ed uscita. La qualità di quello che esce ha nel mapping, nella connessione - la matrice (ingresso, interfaccia, uscita) ecco in questi tre passaggi si può dare quel tipo di attenzione alla connessione procedurale di cui parlavo prima. Diversi tipi di ingressi, un interfaccia di controllo - e matrixaggio della via di uscita ed ovviamente conversione digitale-analogica .

Dopo questa connessione c'è un mondo che si apre ed è quello dell' intero spazio acustico - ed è il mondo della rappresentazione. Molto spesso chi si occupa di questa zona perde totalmente di vista cosa succede dopo - perché se realizzo una interpolazione... ma se poi l'uscita, il suono, non è diffuso con la stessa serietà con cui è stato manipolato, io posso avere la totale perdita di senso di quello che ho appena fatto.


D -Quanto ti occupa la progettazione di un ambiente esecutivo?

M.Tadini - Molto! Anche se mi diverte fare gli esecutivi. La progettazione fa parte del mio pensiero compositivo e quindi mi impegna integralmente. Poi ci sono periodi in cui lavoro di più sui softwares, altri in cui prendo carta e penna e scrivo le note, comunque mi occupa molto. E non è solo la realizzazione della macchina che deve eseguire la partitura che ho pensato ..
ma è l'invenzione di macchine che sono in grado di generare qualcosa che non ho ancora immaginato bene cosa sarà... Ritengo che nella progettazione del software ci sia molto del mio pensiero compositivo.
Anche se poi in fondo sono parti della stessa cosa.


D -Come cambia la percezione dello spazio:
differenze interaurali, di ampiezza, di tempo, di timbro, potere di integrazione temporale dell’orecchio...

M.Tadini - E' cambiato.
Già nel cinema sentiamo tutto spazializzato. Ma ci sono ricerche che sono cominciate molto prima del dolby sound, e che evitano l' ingenuità nel modo in cui vengono usate queste tecnologie. A parte il Sound Design e gli effetti sonori, ma proprio musicalmente credo che stia cambiando la percezione dello spazio sonoro per l'esigenza anche di un ascolto domestico di riprodurre attraverso la multidiffusione.
E questo in qualche modo è un derivato dalle situazioni create dalla musica elettronica.


D -Si produce spazio sensibile nella live electronics?


M.Tadini - Produzione di spazio sensoriale, questo si!
Se vogliamo dirla in un altro modo trovo molto stretto eseguire in una sala da concerto tradizionale con il pubblico da una parte e il palco dall'altra. Non voglio fare il difensore di un tipo di spazio o di un altro.
A me personalmente diverte molto di più progettare concerti in luoghi non tradizionali, proprio perchè progettare nel modo in cui si ascolta, il modo in cui si percepisce e si fruisce, e la composizione di una opera, lo spazio e la magia che lo spazio può dare…ecco tutto questo fa parte della concezione stessa del mio modo di progettare ed eseguire.


D -«Sostanzasonora» una tua esecuzione del 2005, sonda alcune condizioni in cui i corpi, in maniera arbitraria, accidentale o casuale si misurano con lo stare dentro una rappresentazione...

M.Tadini - ‘ Sostanzasonora ‘ è il titolo di un progetto del gruppo Esc con cui lavoro a Parigi e con il gruppo romano di danza - MK.

L'idea era proprio quella di poter costruire uno spettacolo in cui l'unico vero parametro musicale trattato fosse la sostanza del suono - la composizione, ed il modo di scrivere e di eseguire la musica fosse fondante e si pensasse di più a plasmare la qualità fisica di questo suono, di questo timbro, piuttosto che ripensare a ritmo ed armonia o questo genere di parametri. E' stato un progetto molto appassionante anche nella sua violenza, e alla fine è venuta fuori una cosa molto potente. Tornando allo spazio acustico che abbiamo realizzato per l'occasione... Si! per poter lavorare in quella direzione ci sono delle necessità tecniche che cambiano le prospettive generali - se le casse sono 4 piuttosto che… se la qualità risulta eccellente… e queste non sono solo piccole differenze, ma cambiano la natura di questa ricerca.


D -Che senso e sensi nuovi stanno creando le esecuzioni in ‘live electronics’ ?

M.Tadini - Sicuramente si genera una materia sonora molto potente.
Quando abbiamo fatto "Sostanzasonora" e siamo stati residenti per tanto tempo a Mondaino a lavorare su questo progetto, in un teatro, con le casse acustiche disposte come si deve, e con l'impianto che ci serviva - abbiamo lavorato come effettivamente non si potrebbe lavorare in uno studio o a casa mia. Ecco in questo caso non ascolti con un altro senso, però il tipo di materia sonora è molto più intensa, è tutto molto violento. Di importante dunque per noi è un modo di lavorare in un assoluto di cose che non abbiamo fatto prima, ma non parlerei dell'invenzione di un nuovo senso.


D -Scrittura, notazione musicale, si può parlare di un nuovo linguaggio musicale?

M.Tadini - Una scrittura algoritmica! questo sicuramente.
Ma il pentagramma non si è trasformato. Non è sostitutivo.
Però la scrittura algoritmica per me personalmente è molto importante. Nell'idea di scrittura algoritmica fondiamo buona parte del nostro lavoro. L' idea di poterci costruire delle macchine attraverso le quali si possa generare musica e composizione in tempo reale attraverso le modalità scelte da noi, si! questa è scrittura e nuovo linguaggio musicale.

Esecuzione
L'esecutore del live electronics non è un musicista ed uno strumentista come gli altri.
Diciamo però che il preoccuparsi di una scrittura e dell'esecuzione di un live electronicsè un problema aperto - e già alcune cose sono standardizzate, ma poi in fondo ogni compositore sceglie come evidenziare e cosa stimola alla lettura la sua opera.

La partitura
Fidarsi di lasciare solo il pach di Max per l'esecuzione... è un rischio, perchè fra 50 anni quando magari Max non esisterà più, e tutto il lavoro potrebbe esser perduto...
Però, e questo si può fare già - tutti i parametri di cambiamento del live electronics possono esser notati su testo - e così tutti i parametri dei processi. Si potrà così prendere una partitura di 30 anni prima, vedere come è fatta, per ricostruirla - certo sarà necessario un esecutore esperto che conosca di prassi esecutiva - sapendo bene che non per tutti i compositori o le stesse esecuzioni, gli stessi segni vogliono dire esattamente le stesse cose.

Interpretazione?
No! è una altra tecnica, un altro strunento. Certo ci sono alcune partiture del live electronics che consistono: 'schiacciare tante volte la barra dello spazio' senza far niente o partiture che richiedono che un esecutore davvero suoni - il mixer - suoni i processi. Possono esserci delle buone o delle cattive interpretazioni, anche per il live electronics.

Musica Contemporanea

Quindi parliamo di musica sperimentale, di musica con le nuove tecnologie - solo perchè poi si sono date delle etichette che si usano per intendersi. Ma certo non ha molto senso chiamare musica contemporanea una cosa - come la si chiamava 60 anni fa.
Esiste poi una caratteristica comune (che non troviamo in altri generi di musica) ed è l'attenzione alla formalizzazione di un pensiero, musicale, attraverso lo sviluppo di un testo. Che il testo sia un algoritmo o una partitura scritta con le note, (poco importa o no) ma è l'attenzione alla formalizzazione del pensiero, a ragionare in questa direzione in questi termini, e nell'idea di lasciare anche un opera, nel senso di lasciare un testo come testimonianza di questo sforzo di formalizzazione del pensiero. Un testo di riferimento ben preciso, uno standard get che farà nascere mille altre cose completamente diverse ed è poi questo l'importante. La musica classica si può suonare in un modo o un altro, ma c'è il rispetto di un testo che rispecchia tensione formalizzante, di un intelligenza musicale in questo caso, che fa parte di una tradizione che da Monteverdi porta fino ai certi compositori anche contemporanei, di oggi.


D -Alcune indicazioni ai giovani musicisti.

M.Tadini - Non accontentarsi di usare solo i precepts, non smettere di pensare - studiare molto - usate il tempo a disposizione prima che la vita vi travolga, per impararare il più possibile, e poi della musica ascoltate di tutto.
Per me è più naturale avere un allievo e pensare cosa consigliare.
Comunque tendo per esperienza a indirizzare verso cose a cui l'allievo non si sentirebbe affine - e questa è quello che diceva anche Franco Donatoni (mio maestro) - il dovere che sento verso un allievo è di dirgli di non fare quello
che ha già fatto, ma di interessarsi ancora e d'altro-




'Musicista estroso e multiforme, Michele Tadini (Milano 1964) si diploma in chitarra e in composizione al Conservatorio di Milano, dove studia con Sandro Gorli e Giacomo Manzoni e si specializza con Franco Donatoni alla Chigiana di Siena, così consegue il diploma di merito e una borsa di studio per il Conservatorio di Parigi'.
Dal 1998 docente di musica elettronica nei corsi di formazione di "Tempo Reale". compositore di pezzi acustici e pezzi con utilizzo dell'elettronica, i suoi lavori hanno trovato esecuzione 'in prestigiose rassegne italiane ed europee d’irradiazione della musica contemporanea'. Ha composto inoltre le musiche di scena per numerosi spettacoli teatrali, musiche per installazioni sonore, balletti e produzioni di teatro-musica.
 
 
 
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